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Nel mare in tempesta della Buona Scuola
Verso la cosiddetta ‘Buona Scuola’, almeno così è nelle intenzioni del Governo Renzi. In queste settimane, tra mille e una contestazioni, è stato infatti approvato dall’Esecutivo il Ddl che rivoluziona da capo a piedi un settore cardine della Nazione. Innanzitutto si ritenta la carta dell’autonomia, già giocata in passato, con risultati alterni. Il ddl infatti consente, sempre nelle intenzioni del Governo, di realizzare finalmente l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai presidi per gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie.
Sembra un libro dei sogni ma va detto che sempre nelle intenzioni del Governo, si punta ad avere organici potenziati, grazie a un piano straordinario di assunzioni che dovrà coprire tutte le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l’offerta formativa, fronteggiare la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva, eliminare le supplenze più dannose, anno dopo anno, per la continuità della didattica.
Prendiamo fiato e parliamo di Piani. Seguendo lo schema, o meglio gli schemi della riforma approvati dal Governo le scuole, d’ora in poi, potranno indicare il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e saranno predisposti dai dirigenti scolastici, sentiti gli insegnanti, il Consiglio di istituto e le realtà territoriali.
I presidi potranno scegliere la loro squadra individuando i nuovi docenti che ritengono più adatti per realizzare i Piani dell’offerta formativa all’interno di appositi albi territoriali costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli albi confluiranno i docenti assunti nel primo anno attraverso il piano straordinario di assunzioni e poi tramite concorsi.
Nel ddl, anche se la gran parte dei precari ha contestato la procedura scelta dal Governo per arrivare a soluzione del problema, è stata garantita, grazie al Piano straordinario, l’assunzione, a settembre prossimo, di almeno 100mila insegnanti. Finita l’emergenza, che in Italia dura ormai da decenni, i futuri insegnanti saranno assunti esclusivamente per concorso pubblico. Nessuna scappatoia, come quelle percorse fino ad oggi, si potrà replicare.
Ma andiamo per punti e schematicamente, nel tentativo di render comprensibile il ddl che prevede il potenziamento delle competenze linguistiche: italiano per gli studenti stranieri e inglese per tutti. Deciso potenziamento per Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Si punta, inoltre, allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze degli studenti.
Uno sguardo ai docenti che avranno una carta per l’aggiornamento e la formazione, un voucher di 500 euro da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Ministero.
Viene anche varato un bonus annuale delle eccellenze destinato ai docenti. Ogni anno il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di Istituto, assegnerà il bonus al 5% dei suoi insegnanti per premiare chi si impegna di più. Le scuole, infine, potranno essere sostenute dagli stessi cittadini, oltre che ricevere fondi pubblici. Il 5 per mille, infatti, potrà essere destinato anche alle scuole. Con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi.