Fare impresa
Diversità e inclusione sul lavoro: quanto valgono per la tua azienda?
Non farsi ingannare dai pregiudizi, non fermarsi al CV e focalizzarsi sulle competenze: la valorizzazione della diversità in azienda parte già dal recruitment
Il mondo del lavoro sta cambiando più velocemente che mai e temi quali diversità e inclusione sul posto di lavoro non sono mai stati tanto rilevanti quanto oggi.
Qualsiasi organizzazione, per lavorare al massimo delle sue potenzialità, necessita di una molteplicità di idee, punti di vista diversificati e approcci non convenzionali, elementi che solo un ambiente di lavoro inclusivo può favorire.
Per questo è necessario che dipendenti e datori di lavoro operino in sinergia per garantire la valorizzazione della diversità e il rispetto dei diritti in azienda.
“Un team diversificato, ma allo stesso tempo bilanciato e soprattutto ben gestito può rappresentare un enorme vantaggio per un’azienda” ha commentato Sofia Cortesi, Chief Financial Officer di Hays Italia.
“Può incoraggiare la nascita e lo scambio di nuove idee tra colleghi e clienti, favorendo una più ampia visione del business.
Un ambiente di lavoro inclusivo, inoltre, può aumentare la coesione del gruppo e la lealtà nei confronti dell’azienda, migliorando la produttività e le performance dell’intera organizzazione”.
Recruitment basato sul talento
I metodi di assunzione sono il primo strumento per favorire la diversity in azienda e, già a partire dalla prima scrematura dei CV, ci sono molti accorgimenti da osservare per migliorare il processo di selezione delle risorse.
Spesso datori di lavoro e responsabili HR, ad esempio, valutano i candidati in base al loro curriculum, scartando risorse di talento a causa di periodi di inattività nel loro percorso professionale.
Questo può costituire un particolare svantaggio, ad esempio, per coloro – in gran parte donne – che hanno scelto di staccarsi temporaneamente del lavoro per prendersi cura di figli o familiari.
Supportare il rientro nel mondo del lavoro di questi professionisti, invece, è fondamentale per tutte le aziende che desiderano reclutare e fidelizzare risorse di talento.
Molte aziende ricorrono già al cosiddetto “blind CV”, in cui informazioni quali età, genere e provenienza del candidato vengono omesse per evitare che pregiudizi inconsci influenzino la fase di scrematura.
Impostare un processo di selezione focalizzato principalmente sulla valutazione delle competenze è utile per verificare soft skill fondamentali quali capacità comunicative, intelligenza emotiva, attitudine al problem solving e motivazione personale.
Inoltre, è indispensabile che, anche in fase di colloquio, si mantenga un approccio neutrale per mitigare qualsiasi possibile pregiudizio nella selezione.
Comunicazione trasparente
Se un’azienda è realmente impegnata nel garantire politiche di inclusione, è opportuno che comunichi ai propri dipendenti le iniziative intraprese per creare un ambiente di lavoro rispettoso della diversità.
Che si organizzino meeting periodici, che si invii una newsletter o che si compilino dei veri e propri “Diversity & Inclusion Report”, è indispensabile che lo staff sia informato in modo puntuale e trasparente sui progressi dell’azienda in questo frangente.
Un’azienda che si dichiara inclusiva deve anche saper dimostrare di esserlo, in primis ai propri dipendenti.
Flessibilità lavorativa
Il lavoro flessibile è generalmente sinonimo di professioniste che vogliono conciliare carriera e famiglia, di un vantaggio che si guadagna dopo numerosi anni di lavoro nella stessa azienda o, infine, di un benefit facoltativo concesso dalle aziende.
Per favorire l’inclusione, invece, il lavoro flessibile dovrebbe essere offerto, come opzione, a tutti i dipendenti già al momento dell’assunzione.
Così come andrebbero create delle politiche “family friendly” anziché “female friendly” per abbattere i pregiudizi.
Conciliare famiglia e lavoro, ad esempio, non deve essere visto come un problema di genere, ma come un problema sociale a cui le aziende devono porre rimedio per fidelizzare i talenti.
Il lavoro agile deve essere concepito come uno strumento per attirare e mantenere in azienda le risorse migliori, siano esse donne o uomini, madri o padri, professionisti junior o senior.
Inoltre, la flessibilità lavorativa, fondamentale per la creazione di una forza lavoro realmente diversificata, deve essere incoraggiata e correttamente comunicata a partire dai vertici aziendali: i dipendenti devono essere costantemente informati sulle opportunità a loro disposizione.